E' morto il vigile del fuoco Roberto Mortello, un esempio di coraggio e umanità - Gazzetta di Parma

2022-09-23 18:26:52 By : Ms. Rosa Chen

La sua bambina Giulia si è messa l'elmetto e la giacca della divisa per il funerale del papà. Accanto a lei, ieri a Cella di Noceto, c'erano centinaia di persone per l'ultimo saluto al vigile del fuoco coordinatore Roberto Mortello: le sirene sono suonate e la bara è arrivata in chiesa trasportata dall'autoscala. Un lungo addio che è proseguito nella caserma di via Chiavari, con il comandante Gianfranco Tripi e tutti i colleghi, quelli della provincia e quelli in pensione. Oltre ai tanti amici, tutti stretti intorno alla moglie Costanza e alla famiglia.

Aveva 53 anni Roberto Mortello. Di origine sarda, orgoglioso della sua Alghero, aveva scelto Parma da tempo. Era entrato nei vigili del fuoco il 27 dicembre 2004. E ha partecipato alle missioni per il terremoto dell'Aquila e per quello di Modena: sul campo anche per l'alluvione della città emiliana. Aveva diverse abilitazioni ma soprattutto nei vigili del fuoco era autista, anche addetto alla sala operativa e agli autoprotettori.

A causa della malattia, da vigile del fuoco operativo del turno B nell'ultimo periodo lavorava nell'ufficio automezzi diretto da Fabrizio Finuoli: «Nonostante potesse stare a casa voleva lavorare lo stesso nella caserma di via Chiavari - sottolinea Finuoli -. Un collega instancabile, sempre disponibile, preciso e molto corretto con tutti. Un ragazzo d'oro». Mortello aveva ricevuto la benemerenza dal Comune di Noceto e consegnata dal sindaco Fabio Fecci. Oltre ai riconoscimenti ricevuti per le tante missioni. E in conseguenza alle calamità, Mortello era partito più volte per la stessa destinazione: ad esempio, ad Arquata del Tronto, ad Amatrice, a Norcia e a Visso. Le sue missioni erano dure, duravano 10 giorni con fasi di 24 ore al giorno. Ma Mortello non si tirava mai indietro: sempre pronto con la sua insperabile e tanto amata divisa del 115.

Il capo reparto Roberto Violi ricorda: «Sono stato io ad invitarlo a lavorare nell'ufficio automezzi e attrezzature perché sapevo che mi avrebbe dato tanto dal punto di vista professionale e dell'amicizia: ci capivamo al volo. Roberto sapeva stare al mondo e ci si vedeva anche fuori dalla caserma: con altri colleghi quattro mesi fa siamo andati a tagliare la legna da un amico dove abbiamo poi pranzato. E a lui piaceva la compagnia: quel giorno è stato l'ultimo che ha vissuto con spensieratezza e ottimismo. Per la malattia si era dovuto sottoporre a diversi interventi e a tanti cicli di terapie, ma lui era sempre riuscito ad affrontare il tutto con lo spirito di chi non vuole mollare mai. Non si era mai arreso, grazie a una forza incredibile». Natale Olivieri, vigile coordinatore, è entrato nei vigili del fuoco insieme a Mortello nel 2004: «I suoi consigli erano preziosi - aggiunge - e aveva sempre una parola di conforto per tutti: una persona molto brillante dentro e fuori. E il suo sorriso non sarà dimenticato. Se chiudo gli occhi lo vedo ancora». Come ha letto in chiesa Luigi Malandri, vigile esperto, «un collega e amico, esempio di coraggio e umanità».

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