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Con vetture sempre più veloci è aumentato anche il rischio di incidenti ad alta velocità. Da inizio anno abbiamo assistito a due notevoli incidenti, il primo a Jeddah, con Mick Schumacher, mentre il secondo a Silverstone con Zhou, sulla sua Alfa. Per evitare il peggio molte aziende investono nella ricerca e l’obbiettivo è salvaguardare il più possibile i piloti. Oltre ai sistemi di sicurezza passivi come Halo e telaio, recentemente hanno debuttato altri strumenti che aumentano ancora di più la sicurezza dei piloti in F1. Scopriamo di quali strumenti parliamo in questo articolo.
E’ uno degli strumenti di sicurezza per i piloti di F1 più iconici. Parliamo infatti del sistema Hans ( Head and Neck Support ), un vero e proprio supporto per il collo. Per funzionare si deve ancorare al casco tramite delle clip e farlo passare sotto le cinture che cingono il busto del pilota. Il compito è quello di limitare il movimento della testa nelle frenate più impegnative e in primis gli incidenti. In questi casi, la testa e il collo del pilota, subiscono un’elevata decelerazione istantanea. Nel passato gli incidenti hanno causato molte volte lesioni di vertebre cervicali se non morte, perciò la federazione lo rese obbligatorio nel 2000. Tale decisione fu presa per ridurre il più possibile gli incidenti fatali, come quelli del week-end imolese del 1994 in cui rimasero coinvolti Senna e Ratzenberger. Nell’anno del debutto si verificarono 28 incidenti con 33 piloti coinvolti, ma solo un pilota riportò una lieve lesione cerebrale senza alcuna frattura.
Utilizzando Madymo ( MATHEMATICAL DYNAMICS MODELS ) si è riusciti a rappresentare al meglio quello che succede in un brusca decelerazione. La prima prova effettuata è stata la resistenza a trazione del tirante che collega casco e Hans. Il risultato fu un incredibile valore di 69730 Kg forza, dopo il quale si spezza. Si è poi passati all’analisi delle accelerazioni che gravano sui dei manichini, ancorati ad un sedile tramite cinture a 4 o 5 punti. Varie simulazioni dopo, sono emersi valori di decelerazione fino ai 70 G ( accelerazione di gravità) e i risultati cambiano radicalmente in base alle casistiche. Utilizzando l’Hans è emersa una sensibile riduzione delle forze in gioco, intorno all’80%, con una distribuzione più omogenea dei carichi. Infatti usando una cintura a 5 punti, i parametri di lesione in decelerazioni di 60 G e 70 G, risultano minori rispetto all’accelerazione 45 G con cintura a 4 punti. Qui sotto riportiamo la variazione considerevole dei carichi che agiscono su collo e testa utilizzando il sistema Hans. Questa tabella mostra quanto sia importante questo strumento per evitare conseguenze ben più gravi di un leggero dolore al collo.
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L’idea dei guanti nasce da una necessità del personale medico in pista, con l’obbiettivo di monitorare le condizioni fisiche del pilota durante le sessioni. Tali guanti infatti possono essere estremamente utili in caso di impatto, mostrando ai medici in pista i principali dati biometrici del pilota. Il primo prototipo di questi guanti fu proposto dai responsabili medici della FIA e utilizzava un sensore in commercio. Per la F1 però doveva essere impiegato un sensore più compatto e meno invasivo per risparmiare peso. Infatti il sensore principale ha uno spessore di circa 3 mm, al cui interno vengono elaborati moltissimi dati. Tra le informazioni utili al personale medico sicuramente ci sono saturazione, battito cardiaco ed è presente un accelerometro, per analizzare i valori curva per curva. Ovviamente questi guanti sono ignifughi, anche se nell’incidente di Grosjean del 2020, le fiamme hanno comunque provocato molti danni alle mani del pilota.
E’ il più recente tra quelli illustrati, infatti all’inizio del 2020 Magneti Marelli e OMP Racing hanno sviluppato uno speciale sotto tuta per le competizioni automobilistiche. Le due aziende capaci del loro know-how hanno realizzato questo prototipo per incrementare la sicurezza e il monitoraggio del pilota in ogni situazione. Il prodotto è costituito da due parti principali, misurazione e gestione dati e ovviamente protezione ignifuga, rispettivamente realizzate da Magneti Marelli e OMP Racing. La maglia, per ora sviluppata solo al simulatore, sincronizza telemetria del veicolo e i dati biometrici del pilota ( pulsazioni, ECG e respirazione ). Possiamo dire quindi che oltre alla sicurezza può migliorare anche le performance del pilota, analizzando quali sono i punti in cui fa fatica. Questo permette quindi di ottimizzare gli allenamenti e di conseguenza migliorare il rendimento del pilota. Nell’immagine possiamo vedere tutti i dati sincronizzati istante per instante. Il prototipo realizzato ha già ottenuto l’omologazione FIA e quindi potrebbe essere già impiegato in tutte le categorie.
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