Portuali, la protesta a Genova: "Il Green pass non tutela i lavoratori"
Portuali, la protesta a Genova: "Il Green pass non tutela i lavoratori"
Genova – Qualche attimo di tensione fuori dal terminal Psa di Genova Pra' questa mattina tra i partecipanti al presidio fuori dal varco portuale e alcuni autotrasportatori, rimasti bloccati senza poter entrare in porto dalla protesta contro l'obbligo di Green pass sul posto di lavoro. L'accesso è stato bloccato per alcuni minuti poi la situazione è rientrata e i mezzi pesanti hanno ricominciato ad accedere. L'operatività a ponente, pur rallentata, sta proseguendo.
Circa una cinquantina di lavoratori portuali sono dalle sei del mattino davanti ai tornelli del Psa Terminal di Pra'. Per loro oggi giornata di sciopero, per protestare contro l'introduzione del Green pass obbligatorio. I lavoratori organizzati nel Collettivo autonomi portuali (Calp) distribuiscono un volantino: "Non entrare. Contro il Green pass, sospensioni, per il diritto al lavoro e libertà".
Genova, presidi e blocchi dei lavoratori al varco Psa
Genova, presidi e blocchi dei lavoratori al varco Psa
Nel frattempo altri lavoratori, dipendenti del terminal Psa, stanno entrando. Sia ai soci della Compagnia unica, sia ai dipendenti del Psa vengono controllati i Green pass all'interno del terminal.
A Pra' la situazione è tornata tranquilla anche perché nella serata di ieri gli autotrasportatori hanno deciso, dopo l'incontro in prefettura, di evitare di far arrivare Tir allo scalo dell'estremo Ponente genovese, che ora sta smaltendo al suo interno i traffici accumulati nel corso di questa settimana, a seguito dello sciopero a singhiozzo, tuttora in corso, indetto dalle rsu e legato alla vertenza con Psa sul contratto integrativo. Intanto, sono 68 i dipendenti del Psa Terminal che si sono rivolti all'avvocato Luca Boretti, i quali hanno diffidato l'azienda a effettuare i controlli Green pass sui lavoratori.
Varco di ponte Etiopia: occupato Lungomare Canepa, i No Green pass si aggiungono ai portuali
Tensione a Genova in Lungomare Canepa a Genova quando la polizia ha tentato di sgomberare la strada occupata da ore dal movimento No Green pass. Personale della Digos ha identificato alcune persone e non sono escluse denunce per occupazione stradale. Il blocco permane, gli attivisti No green pass hanno invitato gli automobilisti a scendere dai mezzi e unirsi alla protesta. Il blocco dei No Green pass si è sovrapposto a quello attuato nell’adiacente varco di ponte Etiopia da parte dei lavori portuali.
E così è aumentato il numero delle persone convenute allo stesso varco Etiopia, circa 300 a metà giornata appunto con l'apporto della protesta che questa mattina si era registrata sotto la Prefettura e di altre persone non legate all'attività portuale. L'attività del porto procede, rimane aperto il varco Ronco. Occupata invece la Sopraelevata portuale.
La protesta dei portuali genovesi si è allargata a Ponte Etiopia, nel porto di Sampierdarena, dove il sindacato di base Usb ha bloccato il varco ai mezzi pesanti, che in un primo momento venivano dirottati su San Benigno, varco che poi è stato a sua volta bloccato. Nella prima mattinata la viabilità ordinaria non era interessata. A metà giornata al presidio si sono aggiunti anche attivisti No Green pass e il numero è salito a 300. I partecipanti hanno attraversato la strada e bloccato Lungomare Canepa in entrambe le direzioni.
Il presidio a ponte Etiopia
Il presidio a ponte Etiopia
In mattinata erano circa 120 le persone davanti al varco di Ponte Etiopia, due soli i tir fermi. Qualche macchina ha suonato il clacson in segno di solidarietà alla protesta dei portuali contro il Green pass. Un controllore di volo dell'Alitalia si è fermato per applaudire, la solidarietà di un’altra persona è stata ricambiata dal gruppo, composto da camalli della Compagnia unica, lavoratori dei terminal, lavoratori di Fincantieri e dell'Ansaldo.
Momenti di tensione quando un automobilista fermo al vicino benzinaio ha cominciato a insultare la folla. Alla protesta, che ha diverse anime e dove manca una vero e proprio coordinamento, si stanno unendo anche i comitati cittadini, mentre il blocco si è allargato anche a San Benigno. Anche qui non è coinvolta la viabilità ordinaria.
Varchi di San Benigno e via Albertazzi
Fermi anche i varchi Albertazzi e di San Benigno con alcuni Tir in entrata bloccati sull'elicoidale di accesso al porto. Circa un centinaio le persone, molte delle quali non portuali, che presidiano il tunnel di accesso al varco, all'altezza della Caserma dei pompieri. I Tir vengono mandati indietro per accedere al porto da molo Nino Ronco, a Ponente del bacino portuale di Sampierdarena.
In via Albertazzi, uno dei passaggi verso il porto passeggeri di Genova, le auto di chi deve imbarcarsi vengono fatte passare, fermi i camion. L'iniziativa rientra nelle proteste contro l'obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro. Anche qui un nutrito gruppo di portuali presidia la zona.
Culmv: “Lavoro in porto regolare”
Lavoro regolare per la Culmv, la Compagnia unica dei portuali genovesi. C'è una quota di lavoratori no green pass anche al loro interno che partecipa ai presidi in corso ai varchi del porto insieme ai dipendenti dei terminal, ma il lavoro non si è bloccato e non ci sono state particolari tensioni. Le chiamate sono state effettuate regolarmente e i soci della Culmv per la maggior parte lavorano, anche se stamattina ci sono stati casi di lavoratori che si sono presentati in un terminal senza Green pass e sono stati rimandati a casa. La postazione allestita nei locali di Music for peace, dove i portuali possono effettuare tamponi a prezzi calmierati, ha aperto questa mattina alle 6 e mezza. Intanto fonti sindacali fanno sapere che nonostante le proteste il porto non ha subito grossi disagi. Al terminal Psa di Pra’, il più grande, sono stati 7, su circa 200, che non si sono presentati al lavoro.
Signorini (Adsp): “Lunedì e martedì vedremo che impatto hanno le proteste”
"Noi abbiamo tre grandi varchi per entrare nel porto di Genova, al momento uno di questi tre risulta con dei blocchi, con circa 60/100 lavoratori che stanno effettivamente ostacolando l'entrata. Le due giornate da tenere molto attenzionate però saranno quelle di lunedì e martedì prossimo". Così a Rai Radio1, ospite di 'Che giorno è', il presidente del porto di Genova, Paolo Emilio Signorini, che stamattina è intervenuto al programma condotto da Francesca Romana Ceci e Massimo Giraldi. Perché c'è da preoccuparsi per i primi giorni della prossima settimana? "Noi qui abbiamo due tipi di problemi: il primo è il chiarire la questione dei tamponi gratuiti per gli eventuali lavoratori non vaccinati. Il secondo, che vale soprattutto per Genova, è che noi abbiamo oltre 5.000 mezzi pesanti al giorno che arrivano ai varchi. Anche solo un 10% di quei 5mila, con autisti non vaccinati, creerebbe grandissimi problemi".
E al momento com'è la situazione da questo punto di vista? "Oggi non ci sono molti autotrasportatori che stanno arrivando, vedremo se lunedì e martedì la macchina che abbiamo attrezzato è in grado di funzionare o se avremo difficoltà". Quanti sono i lavoratori del 'suo' porto? "Complessivamente nel porto di Genova ci sono 30mila persone, noi stimiamo che circa il 20% sia sprovvisto di vaccini. Quindi su 30mila persone - ha proseguito Signorini a Rai Radio1 - possiamo immaginare di arrivare fino a 5/6mila persone, un numero molto significativo".
Quali potrebbero essere a livello economico le conseguenze di queste possibili assenze? "Sarebbero devastanti per l'economia italiana, ricordiamoci che siamo in piena ripresa". Quanto durerà la protesta secondo lei? "Credo che in poco tempo si chiarirà. Oggi mi pare di poter dire che la protesta sia abbastanza fiacca - ha concluso - ma attenderei lunedì e martedì per avere una visione consolidata".
Blocco nei porti, gli agenti marittimi: "Comportamento irresponsabile"
"Quelle a cui assistiamo oggi, sono situazioni non rispettabili". Lo dice Alessandro Santi, il presidente nazionale di Federagenti (l'associazione degli agenti marittimi) nell'intervento di apertura dell'assemblea della categoria in corso a Venezia. "Questo sarà ricordato come il black friday della portualità italiana - continua il presidente in riferimento ai blocchi dei varchi messo in atto da alcuni lavoratori dei porti di Trieste e di Genova - L'unica soddisfazione è che ora il Paese si è accorto della portualità e ha capito quanto sia fondamentale. Ma rischia di essere tardi, era necessario impostare il dialogo tempo fa".
Le motivazioni dei presìdi
"La nostra protesta - dice Alessio Carvelli, del Comitato lavoratori portuali genovesi - è contro il Green pass perché non può essere chiesta una patente per andare a lavorare. Specie per le persone che lavorano in porto. La legge crea un paradosso: chi non è vaccinato viene controllato regolarmente con il tampone, chi è vaccinato non è più controllato, potrebbe contrarre la malattia e trasmetterla a una persona che non ha ricevuto il siero. Per noi c'è l'aggravante del bordo nave: da una parte ci viene chiesto il patentino per lavorare, dall'altra saliamo a bordo di navi sulle quali non sappiamo chi sia vaccinato, chi non lo sia, e quando è stato fatto l'ultimo tampone all'equipaggio". La soluzione? "Test salivari, quotidiani, per tutti i lavoratori, senza distinguo tra vaccinati e non. Personalmente non sono vaccinato, ho timore del vaccino: in due anni di lavoro, semplicemente rispettando le regole di igiene non ho contratto il virus". Dove andrà la protesta di oggi? "Stiamo entrando in una nuova dimensione, in cui i diritti vanno conquistati passo a passo, dopo due anni di emergenza in cui ci siamo fatti andare bene un po' tutto. Ora dobbiamo trovare il modo di cambiare, portando le nostre istanze".
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