Investita dal mezzo del pompieri: l’autista condannato per lesioni - Cronaca - ilrestodelcarlino.it

2022-03-03 06:46:25 By :

Era dicembre del 2013 quando Marija, una ragazza 20enne, fu travolta da un camion dei vigili del fuoco tra via Giardini e viale Barozzi mentre, scesa dall’autobus, attraversava la strada. L’autopompa viaggiava con la sirena accesa ma la giovane, avendo le cuffiette alle orecchie, non fu in grado di accorgersi dell’arrivo del mezzo, diretto verso un’emergenza. Nonostante l’autista viaggiasse a bassa velocità – essendo in prossimità del semaforo – non riuscì ad evitare il violento impatto e la 20enne fu ricoverata in ospedale in condizioni gravissime. Nei giorni scorsi la Cassazione ha confermato nei confronti del pompiere soccorritore la condanna emessa in appello per lesioni personali gravi al pagamento di 1.400 euro di pena pecuniaria. In primo grado, in realtà, la giustizia aveva dato ragione all’autista del mezzo di soccorso, escludendo i profili di colpa specifica e generica e assolvendolo. Secondo i giudici di primo grado, infatti, l’autopompa stava rispettando i limiti e i mezzi avevano dato la precedenza all’autista soccorritore. La Procura e le parti civili avevano però presentato ricorso in Appello e la sentenza era stata ribaltata: secondo la corte il pompiere, vista la scarsa visuale, prima di immettersi sull’incrocio e di passare sulle strisce pedonali avrebbe dovuto verificare la presenza o meno di pedoni. Da qui la condanna per lesioni personali gravi. Nella sentenza veniva precisato che "l’autista di un mezzo di soccorso, anche laddove sia impegnato in un servizio urgente, non può creare situazioni di pericolo e deve pertanto tener conto delle particolari situazioni della strada, del traffico o di altre particolari circostanze. Nel caso di specie, proprio in considerazione della ridotta visuale, impedita dall’autobus fermo sulla destra, prima di immettersi nell’incrocio avrebbe dovuto verificare l’assenza di pedoni che avevano la luce semaforica verde". La parte offesa è già stata risarcita in sede civile; quindi non ...

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