Le beghe legali di Trump: dalla violazione dei segreti nucleari ai brogli del 2020 – La Voce di New York

2022-08-26 18:25:12 By : Ms. Ann Ann

President: Giampaolo Pioli    |    Editor in Chief: Stefano Vaccara English Editor: Grace Russo Bullaro 

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

Former US President Donald J. Trump delivers remarks during the America First Policy Institute’s America First Agenda Summit in Washington, DC, USA, 26 July 2022 ANSA/EPA/SHAWN THEW

All’orizzonte nuove battaglie legali per Donald Trump sia sui documenti top secret sequestrati dagli agenti federali nella sua residenza a Mar-a-Lago, sia sulle inchieste avviate per i tentativi di ribaltare il risultato dopo la sconfitta elettorale.

L’ex presidente è indagato dal Dipartimento della Giustizia per aver violato le norme dell’Espionage Act dopo essersi portato via dalla Casa Bianca 11 fascicoli in cui erano raccolti alcuni dei segreti più riservati sull’arsenale nucleare americano. Secondo la CNN, i suoi avvocati stanno preparando una richiesta per chiederne la restituzione. Non sono chiare le motivazioni dei legali, ma il sito del presidente ha scritto che i suoi avvocati stanno preparando questa richiesta.

In Georgia, invece, nell’inchiesta avviata dalla procura distrettuale della contea di Fulton per le interferenze politiche da parte dell’ex presidente e dai suoi alleati nel tentativo di ribaltare il risultato elettorale, a Rudy Giuliani, l’ex avvocato di Trump, è stato notificato di essere indagato. Ma non solo. Pure il senatore Lindsey Graham, che aveva contattato il Segretario di Stato sulla certificazione del voto, dovrà testimoniare. Questa mattina il magistrato federale al quale il senatore si era appellato per annullare il mandato del tribunale per la sua testimonianza ha respinto la sua richiesta.

L’indagine è iniziata dopo una telefonata registrata nel gennaio 2021 in cui Trump ha esortato il massimo funzionario elettorale dello Stato, Brad Raffensperger, a “trovare” voti sufficienti per alterare il risultato. L’ex presidente ha continuato ad affermare falsamente di aver vinto la Georgia, così come le elezioni presidenziali del 2020. Il senatore Graham, invece, ha contattato direttamente due volte Raffensperger chiedendo se i voti per posta potessero essere annullati.

C’è poi anche l’inchiesta federale del Dipartimento della Giustizia, quella in cui si sta indagando sui falsi Grandi Elettori per rendere incerto il risultato elettorale e quindi delegare l’elezione del presidente al Congresso. Un imbroglio ideato dagli avvocati dell’ex presidente. Oggi è stato reso noto che il grand jury federale ha convocato l’ex altro legale della Casa Bianca, Eric Hershman, che con Pat Cipollone aveva contrastato le tesi degli avvocati personali di Trump, venendo quasi alle mani con l’ex generale Michael Flynn che con Rudi Giuliani, Sidney Powell e Jeffrey Clark stava preparando il piano.

Al Senato repubblicani e democratici, con diverse opinioni sulla vicenda, chiedono al Dipartimento della Giustizia di fornire maggiori dettagli sul raid a Mar A Lago. Due membri della Commissione Giustizia vogliono conoscere le motivazioni che hanno spinto l’Attorney General Merrick Garland a compiere un passo così drastico nei confronti di un presidente.

Impeach Merrick Garland and Defund the corrupt FBI!

End political persecution and hold those accountable that abuse their positions of power to persecute their political enemies, while ruining our country.

This shouldn’t happen in America.

Republicans must force it to stop!

— Rep. Marjorie Taylor Greene🇺🇸 (@RepMTG) August 15, 2022

I democratici vogliono sapere esattamente quali sono i documenti così importanti che hanno motivato il raid per poter pubblicizzare maggiormente le violazioni di legge. I repubblicani spingono affinché il Dipartimento della Giustizia fornisca l’affidavit, ossia il documento in cui sono rivelati i retroscena della vicenda e che è stato approvato dal magistrato il quale ha ordinato la perquisizione. Gli inquirenti si oppongono, molto probabilmente perché in questi documenti ci potrebbero essere i nomi degli informatori che hanno parlato con gli agenti dell’FBI. Altri, come Marjorie Taylor Green e Paul Gosar, sostengono che i documenti sono stati piazzati dall’FBI a Mar A Lago.

Secondo quanto riportato da Newsweek, Mary Trump, la psicologa nipote di Donald Trump ma in guerra con lo zio, sostiene che la talpa dell’FBI sarebbe Jared Kushner, che avrebbe informato gli inquirenti sui documenti riservati e sul luogo esatto dove erano stati nascosti. Intervistata da MNBC News nel programma The Dean Obeidallah Show, a Mary Trump è stato chiesto chi, secondo lei, potesse essere l’informatore. Ha detto che era “difficile scegliere”, ma ha indicato Kushner, il marito della figlia maggiore di Trump, Ivanka Trump. Kushner e Ivanka sono stati consiglieri senior della Casa Bianca nell’amministrazione di Trump.

Secondo Mary Trump, il genero dell’ex presidente e gli inquirenti federali avrebbero raggiunto un compromesso: nessuna indagine sui suoi misteriosi rapporti di affari (valutati 2 miliardi di dollari) con i sauditi, in cambio delle informazioni sul suocero. Tesi questa ampiamente denunciata da Michael Cohen, l’ex avvocato di Trump. Secondo altri, invece, ad informare l’FBI sarebbero gli agenti del Secret Service, che ancora sono di scorta all’ex presidente. Comprensibile quindi che dal Dipartimento della Giustizia non si vogliano scoprire le carte sia per proteggere le fonti delle loro informazioni, sia per la loro sicurezza in questo clima infuocato dalla retorica dell’ex presidente.

Bruce Reinhard, il magistrato federale della Florida che ha approvato il mandato di perquisizione è stato minacciato così come gli agenti federali che lo hanno eseguito. Nel primo raid, compiuto il 3 giugno e tenuto segreto, alla perquisizione era presente uno degli avvocati dell’ex presidente, che ha firmato una dichiarazione sostenendo che tutto il materiale contrassegnato top secret presso la residenza di Trump a Mar-a-Lago era stato restituito al Governo. Il 3 giugno era andato a nella villa presidenziale Jay I. Bratt, il più alto funzionario del controspionaggio nella divisione di sicurezza nazionale del Dipartimento di Giustizia per portar via personalmente il materiale top secret. Quando poi il materiale è stato esaminato ci si è accorti che non era tutto quello che gli inquirenti cercavano e così è stato effettuato il secondo raid.

L’ex presidente ieri ha rilasciato a Fox News la sua prima intervista dopo il raid, in cui ha riconosciuto che la temperatura del discorso pubblico “deve essere abbassata” mentre i suoi sostenitori sono sul piede di guerra. Tuttavia, ha continuato a inquadrare il raid come parte di una caccia alle streghe politica contro di lui, piuttosto che come un’azione delle forze dell’ordine eseguita per aver violato la legge.

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022 Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Login to your account below

Please enter your username or email address to reset your password.