Russia, muore cadendo dalle scale l'ex rettore dell'Istituto di aviazione Anatoly Gerashchenko - Tag43

2022-09-23 18:21:23 By : Mr. Rui Xiao

Il 73enne è precipitato nella sede dell’università legata al ministero della Difesa. Continua così la scia di decessi sospetti in Russia

Ennesima morte sospetta in Russia. Anatoly Gerashchenko, ex rettore dell’Istituto di aviazione di Mosca (MAI), è morto martedì 20 settembre cadendo dalle scale dell’università. L’ufficio stampa del MAI ha dichiarato la morte del 73enne un «incidente», aggiungendo che la sua prematura scomparsa è una «enorme perdita per l’Istituto di aviazione e per la comunità scientifica».

L’agenzia di stampa russa Izvestia, citando una fonte anonima, ha riferito che Gerashchenko «è caduto da una grande altezza» ed è precipitato per diverse rampe di scale. Secondo quanto riferito, è stato dichiarato morto sul posto. Presso l’istituto è stata istituita una commissione per esaminare le circostanze del decesso. Gerashchenko ha fatto carriera all’interno dell’Istituto moscovita che sviluppa diverse tecnologie con applicazioni militari, come intelligenza artificiale, droni, e ricerca aerospaziale, e ha stretti legami con il ministero della Difesa russo. Dopo aver diretto l’istituto fino al 2015, Gerashchenko era diventato consigliere dell’attuale rettore. In passato era stato anche insignito di numerosi riconoscimenti dal Cremlino, tra cui la medaglia dell’Ordine al merito per la Patria.

Anatoly Gerashchenko, scientist and ex-rector of the Moscow Aviation Institute, died after falling down the stairs at the institute pic.twitter.com/iXoJZc41SM

— Russian Market (@runews) September 21, 2022

Solo due settimane fa era stata annunciata la morte di Ivan Pechorin, 39 anni, amministratore delegato della Far East and Arctic Development Corporation (ERDC). Luogotenenete di Putin per l’amministrazione delle risorse energetiche dell’Artico, aveva appena partecipato all’Eastern Economic Forum di Vladivostok insieme con il presidente russo. Il manager era caduto da un’imbarcazione mentre si trovava al largo dell’isola di Russky nel Mar del Giappone e il suo corpo era stato recuperato solo dopo lunghe ricerche. Pochi mesi prima la ERDC aveva perso anche il Ceo Igor Nosov morto per un ictus a soli 43 anni.

Quelli di Gerashchenko e Pechorin sono solo gli ultimi di una serie di strani decessi tra funzionari e dirigenti delle industrie energetiche e tecnologiche russe. Lo scorso 1 settembre invece Ravil Maganov, 67 anni, vicepresidente della compagnia petrolifera russa Lukoil, è morto precipitando dalla finestra dello stesso ospedale di Mosca dove Putin poco dopo avrebbe dato il suo ultimo saluto all’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov. Maganov, braccio destro dell’ex presidente Lukoil Vagit Alekperov, dimessosi ad aprile dopo aver subito sanzioni dal Regno Unito, nei mesi precedenti al decesso si era schierato con il colosso petrolifero per una «rapida fine del conflitto in Ucraina». Il 14 agosto aveva perso la vita precipitando da un palazzo a Washington Dan Rapoport, finanziare di origine lettone che aveva fatto fortuna in Russia e che aveva criticato apertamente Putin. A luglio, Yuri Voronov, 61 anni, alto dirigente della compagnia di trasporti Astra Shipping, era stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua piscina in un sobborgo di San Pietroburgo. A maggio era toccato a Andrej Krukovskij, manager della stazione di sci di proprietà di Gazprom a Sochi, precipitato mentre percorreva un sentiero. Sempre lo stesso mese è scomparso anche Aleksandr Subbotin, altro manager di Lukoil, morto per insufficienza cardiaca in una casa nei pressi di Mosca mentre, secondo alcune fonti, era impegnato in riti voodoo.

Alla lista vanno aggiunti anche due casi di apparente omicidio suicidio. Ad aprile l’ex vicepresidente della Gazprombank ed ex consigliere del Cremlino Vladislav Avayev, 51 anni, era stato trovato senza vita nel suo appartamento di Mosca con in mano una pistola. Accanto a lui giacevano i corpi di moglie incinta e della figlia 13enne. Pochi giorni dopo, un’altra tragedia si era consumata in Spagna, a Lloret de Mar, dove il 21 aprile la polizia aveva trovato i corpi di Sergey Protosenya, ex CEO di Novatek – un’azienda legata al Cremlino – di sua moglie e della loro figlia adolescente. Anche in questo caso secondo le ricostruzioni ufficiali il 55enne si sarebbe tolto la vita dopo aver finito con un’ascia le due donne. All’inizio di marzo il miliardario Vasily Melnikov, la moglie e i due figli sono stati trovati senza vita nel loro appartamento di lusso a Nizhny Novgorod, con ferite da taglio. Il 28 febbraio, quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, era stato trovato morto nel Surrey l’oligarca Mikhail Watford. A detta dei vicini, era sconvolto per quanto stava accadendo nel suo Paese di origine. Il 25 febbraio, il 61enne Alexander Tyulyakov, vicedirettore generale del Centro per la sicurezza aziendale di Gazprom, era stato trovato impiccato nel suo cottage di Leninsky, nella regione di Mosca. Secondo alcune fonti non confermate sarebbe stato picchiato duramente. Secondo Novaya Gazeta, l’unità di sicurezza di Gazprom era arrivata sulla scena del suicidio contemporaneamente alla polizia. A gennaio un’altra morte sospetta, quella di Leonid Shulman, capo del servizio trasporti di Gazprominvest, trovato senza vita nella vasca da bagno con numerose pugnalate.

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