Passano i mesi dall'annuncio in pompa magna del presidente Fugatti e ancora non si sa nulla di quella che si annuncia un'opera ''rivoluzionaria'' per Trento capace di accogliere l'equivalente di tutta la sua popolazione per grandi eventi e mega concerti. Una mappa per la vendita dei biglietti, però, è comparsa su VivaTiket: si vedono le 3 Pit, si ''spiega'' a spanne cosa succederà in quell'area e si mostra come sarà posizionato il palco. E così i dubbi aumentano compreso quello (probabilmente da Corte dei Conti) se si possa smantellare una cosa appena fatta (il drive through) pagato con i soldi pubblici per rifarla altrove solo perché si è avuta una nuova idea
TRENTO. ''Ore 10: calma piatta'', è il titolo di un film cult di trent'anni fa con Nicole Kidman e Billy Zane ma potrebbe essere riadattato alla questione Music Arena/Vasco Rossi a Trento. Manca poco ormai, poco più di 7 mesi, con in mezzo l'inverno, il terreno che gela, magari anche qualche nevicata eppure, ''ore 10: calma piatta'' nulla si muove e nulla si sa.
Le ultime informazioni ''pubbliche'' le ha date l'assessore Bisesti in una risposta a un'interrogazione dell'ex presidente della Pat Ugo Rossi di fatto spiegando che non c'è ancora nulla di concreto sul campo: ha parlato di parcheggi, istallazioni tecniche e quelle igieniche funzionali che saranno in “gran parte di carattere provvisorio e, finito l’evento, verranno smontate” salvo poi ribadire che ''il dipartimento della Protezione civile è al lavoro e un dialogo con il Comune di Trento è indispensabile per affrontare i temi urbanistici, anche nella prospettiva di un utilizzo dell’area per altri eventi, e per questioni viabilistiche''. Insomma da un lato è provvisorio dall'altra si prospetta la permanenza.
Qualcosa però ora è emerso: una mappa, un disegno, su VivaTiket il portale dove si acquistano i biglietti. Ovviamente, a guardarla, ci auguriamo non sia in scala reale perché stando a quanto si vede non si parlerebbe che di una quindicina di ettari (spingendosi al massimo) per tutta la Music Arena e quindi, a quel punto, a farla grossa si potrebbero ipotizzare al massimo un 35/40.000 spettatori (a Firenze per lo stesso tour di Vasco all'Ippodromo sono previsti 50.000 spettatori per 20 ettari di struttura). Niente a che vedere con i 120mila annunciati. Lasciamo stare, dunque le dimensioni, che per ospitare 120.000 fan di Vasco necessiterebbero di almeno una 30ina di ettari e quindi di ben altri spazi rispetto a quelli del disegno.
Interessanti però sono le Pit Area: tre ''zone'' diverse (con prezzi per questo diversi: 91,43 euro la Pit1; 73,14 euro la Pit2; 54,86 la Pit3) da dove potersi guardare il concerto. Queste non potranno differire più di tanto da quanto si vede in questo disegno perché è da questa immagine che il cliente decide che tipo di acquisto fare e se alla fine quanto andrà a ''toccare con mano'' dovesse essere molto difforme dalle aspettative sarà una passeggiata per associazioni di consumatori e ricorrenti farsi rimborsare, magari con gli interessi legati a lunghi viaggi o pernottamenti, il biglietto.
Da sottolineare anche quanto viene scritto su VivaTiket: ''A città di Trento inaugura la Trentino Music Arena, la nuova area destinata ai concerti e ai grandi eventi, in grado di ospitare per questa straordinaria occasione oltre 100mila persone''.
E molto interessante è la posizione del palco che in questa grafica viene messo a sud (si vede che a fianco della struttura c'è la bussolina con il nord che indica verso l'alto). Questo è un colpo di scena non da poco perché di fatto annulla l'unica via di fuga che si sarebbe potuta prevedere in quello spazio stretto e lungo che è l'area di San Vincenzo a Trento. Qualche settimana fa in un'analisi puntuale, norme alla mano, del contesto nel quale dovrebbe andare a realizzarsi la Music Arena spiegavamo che il problema più grande (apparentemente insormontabile) per realizzare un evento da 120.000 persone, come promesso dal presidente Fugatti, di Vasco Rossi è la sicurezza.
Per eventi di questo tipo, infatti, è evidente che servono spazi molto ampi, aperti in più direzioni perché 120mila persone che si riuniscono tutte nello stesso posto sono difficilissime da gestire. Immaginate cosa potrebbe accadere se scattasse un effetto panico per una qualche ragione, le vie di fuga sono obbligatorie. Un esempio? Il grande evento del Modena Park, quello da 210.000 spettatori, che è stato preso più volte ad esempio anche dalla Giunta Fugatti per dire ''se ce l'hanno fatta loro possiamo farlo anche noi'' è formato da 40 ettari di prato dedicati al pubblico e 90 ettari di area con boschi e aree di sfogo su tutti i lati calcolando le aree limitrofe (per inciso i cancelli sono stati aperti la sera prima del concerto tanta era la pressione del pubblico e l'amministrazione comunale ha messo a disposizione 46.000 posti auto e sono arrivati 900 per pullman, suddivisi in 21 parcheggi).
L'area di San Vincenzo è ''chiusa'' su tre lati e quindi, praticamente, non esistono vie di fuga: a ovest c'è la ferrovia, invalicabile in assoluto, che tra l'altro, da normative costringe chi organizza un evento a lasciare uno spazio di 30 metri liberi lungo tutto il perimetro di distanza (che quindi vanno sottratti allo spazio evento su tutto il lato sinistro). A nord c'è un vallo di terra e poi aree private con muretti di cemento e recinzioni. A est c'è la strada e poi un bosco fittissimo da subito in salita. Di fatto ci si trova in un ''budello'' con apertura ''libera'' solo a sud. Vedendo che il palco è stato posizionato proprio a sud i dubbi e le perplessità diventano ancora più grandi di prima. A questo punto, la domanda è: si vogliono assembrare 120.000 persone in uno ''scatolone'' senza vie di fuga in nessuna direzione stringendole in uno spazio strettissimo?
Si ha idea di cosa sia un concerto di Vasco Rossi? Che la gente arriva tre giorni prima dell'evento, si accampa, che posiziona coperte e lascia le tende, che non può essere immaginata in piedi, accalcata, uno a fianco all'altro come fosse un concerto in un palazzetto? Poi restano tutte le perplessità legate alla logistica (le auto e i pullman che arriveranno e che, soprattutto, se ne dovranno andare tutte contemporaneamente), ci sono tutti gli ''accessori'' obbligatori per legge (per esempio stimavamo un 600 bagni chimici per un evento di queste dimensioni).
Insomma i dubbi aumentano se è possibile, invece che diminuire con il passare dei mesi. Per non parlare del fatto che in quell'area oggi c'è il drive through per i vaccini e per i tamponi. Una struttura costata ai contribuenti circa 1 milione di euro (questa la somma stimata dal consigliere Zeni nella sua interrogazione che ancora attende risposta). Ovviamente l'ente pubblico non può fare una cosa in un posto con i soldi pubblici per poi svegliarsi pochi mesi con l'idea che in quel posto adesso ci vuole fare un'altra cosa e così spende altri soldi pubblici per togliere la prima, rifarla altrove e intanto realizzare la nuova pensata in quel luogo. Non sarebbe, questo, un buon uso delle risorse pubbliche e la Corte dei Conti avrebbe, probabilmente, qualcosina da ridire. Ma per adesso, ''ore 10: calma piatta''. Il mistero si infittisce.