Firenze, il colpo in gioielleria: i ladri sono tre ma come sono usciti dalle fogne? - CorriereFiorentino.it

2022-05-27 20:07:42 By : Ms. Jenny Liu

Le telecamere di videosorveglianza li inquadrano alle 21.20 di sabato scorso: sono tre uomini sbucati dalle fogne , dopo aver sollevato il tombino delle fosse biologiche che si trova nel negozio, dietro il bancone. Dentro alla gioielleria Gold&Florence nella centralissima via Por Santa Maria, a due passi da Ponte Vecchio, il terzetto viene ripreso per circa un minuto : sono con guanti, tuta e hanno la faccia travisata. I tre ladri, poi, spostano l’obiettivo della telecamera verso il soffitto e strappano i fili del sistema di videosorveglianza, rendendo così «ciechi» gli occhi elettronici. L’allarme alla centrale di vigilanza privata scatta ma la sicurezza — dallo spioncino — verifica che non c’è nulla di anomalo : sembra tutto in ordine. Anche l’alert che arriva al titolare del negozio sul calo di tensione all’impianto sembra la normalità. «Di cali di elettricità ne capitano spesso» , dice agli investigatori della squadra mobile. I ladri fanno razzia di collane, anelli, ciondoli e altri monili in oro. Settecentomila euro di preziosi, stando almeno alla stima che la gioielleria fa alla polizia: la merce rubata è coperta da assicurazione. Stando ai primi accertamenti della polizia, la cassaforte non viene neppure sfiorata. Tre minuti : tanto è durato il furto, almeno se i sensori di movimento sono fedeli al concetto di tempo.

I ladri scappano da dove sono entrati . Una via di fuga che, ieri mattina, è stata cercata da investigatori, vigili del fuoco e tecnici di Publiacqua. Che sono riusciti a capire un dato fondamentale: i primi settanta metri dei ladri vengono percorsi sotto via Borgo Santissimi Apostoli, in direzione Palazzo Vecchio . Un percorso che in superficie «sfiora» il comando di polizia municipale di via del Termine e la caserma dei carabinieri Uffizi. Le tracce si interrompono perché a un certo punto il percorso sotterraneo è coperto dall’acqua ma nelle ricerche viene scoperto un filo elettrico . Lo hanno smarrito i ladri: quel pezzo serviva per un gruppo elettrogeno da collegare con un martello pneumatico, che è stato usato per spaccare la fossa biologica e per aprire così la «strada» fino alla gioielleria. Oggetti anche quelle recuperati.

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Ma da che parte della città sono usciti i tre per poi sparire nel nulla? Un mistero : la polizia ha verificato due «porte di accesso» . Una — quella su Lungarno della Zecca Vecchia, abbastanza vicino a un’altra caserma dei carabinieri — è risultato chiuso a chiave col lucchetto. La seconda — sui lungarni del centro storico — «norma» le acque: impossibile entrarci. L’ipotesi — almeno per il momento — è che i ladri siano spuntati da uno dei tanti tombini che si trovano in centro. Ipotesi remota, per gli inquirenti : tre persone che salgono da un tombino alle 21.30 di sabato sera non passano inosservate in una città come Firenze. Sarà fondamentale, quindi, capire se ci siano e quali siano eventuali vie di fughe e relativi percorsi lungo la rete fognaria della città: un reticolo di circa 850 chilometri che scorre cinque metri sotto terra. A meno di non voler pensare che qualcuno, dalla strada, abbia guidato — nei mesi scorsi — i ladri all’interno delle fogne battendo col piede sui tombini per indicare il percorso da fare, ma non c’è su Internet una mappa accessibile delle rete fognaria. Rete che, a Firenze, non è totalmente collegata ma che spesso è separata. Come facevano ad avere una mappa fognaria che si trova a Palazzo Vecchio, a Publiacqua e anche alla Protezione civile? Stamani quella cartina sotterranea arriverà in Questura: uno snodo investigativo essenziale per definire al meglio anche gli altri accertamenti che nel frattempo sono partiti. Tutte le telecamere di Palazzo Vecchio sono state prese dai poliziotti che dovranno iniziare un lavoro anche a ritroso , cercando di capire se nei giorni scorsi ci siano stati movimenti sospetti. Un’indagine che è appena all’inizio. E che passa anche attraverso l’ipotesi di un quarto uomo. È infatti ipotizzabile che i tre ladri abbiano potuto contare su un «palo» all’esterno del negozio pronto a informarli di eventuali movimenti all’esterno della gioielleria. Di fatto un’indagine, per certi aspetti, nuova: a Firenze la modalità con cui è stato compiuto il furto è inedita , a differenza di quanto accade in Campania dove negli anni passati ci sono stati più colpi del genere, tentati o riusciti, in gioielleria e pure in banca o alle poste. Un dato, questo, che non viene tralasciato dalla squadra mobile che ha già avviato i contatti con i colleghi partenopei. Stefan Pizzi, titolare del negozio, dice: «Probabilmente i ladri stavano architettando questo furto da mesi e probabilmente erano stati anche dentro il mio negozio come finti clienti» . In queste ore l’obiettivo di Stefan, che solleva un problema criminalità a Firenze, è ripartire il prima possibile. Per fortuna l’azienda Gold&Florence è solida: «Tra Ponte Vecchio e il resto del centro abbiamo undici negozi, dopo quello che abbiamo subito non sarà semplice lavorare con serenità negli altri punti vendita». Ieri l’assessore alla sicurezza Benedetta Albanese ha portato la «vicinanza e la solidarietà dell’amministrazione comunale al gioielliere derubato».

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