WorkAir è il primo airbag indossabile al mondo progettato per la protezione dei lavoratori. Nasce da un’idea di Lino Dainese, che nel 2015, con la creazione della startup D-Air Lab, ha deciso di superare i confini del motociclismo, esplorando ogni frontiera della sicurezza personale.
Il cuore del sistema è la sua tecnologia D-air, un airbag che sposa design, efficienza ed elettronica. Gli appassionati di motociclismo li hanno già visti all'opera decine e decine di volte: una staccata al limite prima della curva, l'anteriore della motocicletta che perde aderenza sull'asfalto e il pilota che ruzzola via fino alla ghiaia; un istante ed è già in piedi, come se nulla fosse. Il segreto è appunto nel sistema airbag nascosto nella parte superiore della tuta. WorkAir è una declinazione di questa tecnologia, che però si rivolge alle imprese e soprattutto ai lavoratori che svolgono attività rischiose.
"La tecnologia di base è rimasta simile, e come architettura il concetto è quello: un accelerometro che valuta i dati del corpo in relazione allo spazio e algoritmi che decidono se attivare il segnale elettrico che abilita i generatori di gas e quindi l'airbag - ci ha spiegato Marco Soliman, marketing manager di D-Air Lab - Tutta l'elettronica però è stata re-ingegnerizzata per il differente campo di impiego, l'algoritmo è totalmente diverso per le dinamiche in gioco e infine il capo non poteva che essere essenziale. Sui tempi nessun compromesso: protezione massima in 40 millisecondi”.
Il gilet WorkAir di oggi è il frutto del lavoro iniziato nel 2016, quando Enel manifestò l'esigenza di incrementare la protezione di operai e manutentori. Da allora sono stati realizzati vari prototipi e la versione definitiva ha posto le basi per quella universale di oggi. Ed ecco un dispositivo di protezione individuale (in siglia, Dpi) certificato e capace di proteggere dalle cadute superiori ai 120 centimetri di altezza sia la schiena sia il torace. Un prodotto che costa singolarmente 633 euro e che è oggetto di progetti pilota in Tim, Terna, Marcegaglia, Gruppo ICM e Cube Retail, praticamente dal settore delle comunicazioni a quello energetico, senza contare industriale ed edile.
“Abbiamo ingaggiato anche uno stuntman per i test, sperimentando ogni tipo di caduta fino a 10 metri, ovviamente con materasso gonfiabile a terra", ha aggiunto Soliman. Bisogna considerare che il solo WorkAir, indossato sopra l'abbigliamento di lavoro, protegge da un'altezza minima di 1,2 metri e fino a 2, ma oltre queste soglie è previsto l'obbligo regolamentare dell'imbragatura e quindi con il gilet si è protetti dal pendolamento contro strutture sottostanti il piano di lavoro.
Il gilet sviluppato da D-Air Lab è già ammiccante al primo sguardo e al tatto potrebbe assomigliare alla similpelle: “Ricordo Lino Dainese entrare da noi in laboratorio e dire Il mio nome qui non lo metto, se non me lo fate così e così - ci ha raccontato ancora il manager di D-Air Lab - Nel design dobbiamo sempre considerare la funzionalità, ma anche stimolato l'accettabilità. Se la protezione è data da quanto proteggo e dal numero di persone coinvolte, con la bellezza estetica aumento le possibilità di impiego".
Il sacco airbag di fatto coincide con il gilet stesso solo che, invece di tendere a gonfiarsi in modalità incontrollata come farebbe un palloncino, grazie all'impuntura di micro-filamenti mantiene la struttura planare. Nello specifico, si gonfia la parte azzurra, mentre le bande nere in cordura sono le superfici di contatto per ogni tipo di imbragatura. Internamente sono presenti anche dei cuscinetti/distanziatori che agevolano il passaggio d'aria.
"Rimane piatto, quindi se una parte dell'airbag riceve un colpo si comprime leggermente e la forza si dissipa anche nelle sezioni circostanti", ha precisato Soliman. Questa operazione avviene su input di una centralina che è collegata a due piccoli serbatoi di gas Argon, lo stesso degli airbag a tendina delle auto. L'ergonomia è stata curata in ogni dettaglio: indossando WorkAir non si dovrebbe sentire alcun impedimento. Il peso complessivo è di 990 grammi (sei anni fa erano 1,5 kg), mentre l'autonomia della batteria (ricaricabile via Usb-C) è di 18 ore effettive.
Nella pratica, il lavoratore indossa il gilet, avvicina le cinghiette magnetiche centrali e regola le fasce elastiche laterali per una corretta adesione al corpo, poi clicca sul tasto accensione anteriore e una micro-vibrazione conferma l'operatività. Ma quanto sarà protetto? La norma En-1621 prevede che nei test di impatto la forza residua sia inferiore a 4,5 kN: “Noi siamo a 1,6 kN, circa il 60% in meno. Possiamo assicurare che WorkAir è pura sostanza in bella forma", ci ha detto Soliman con soddisfazione.