UbiTennis è il primo media a parlare con Sergey Kontorchik, delle sue esperienze di guerra e della reazione della comunità del tennis
Traduzione dell’intervista di Adam Addicott, pubblicata su ubitennis.net 26/05/2022
“A volte dovevo scrivere notizie mentre ero seduto in un rifugio, soprattutto durante i primi mesi. Le sirene d’allarme suonavano molto, molto spesso. Molte volte ci sono anche suoni di aerei, jet da combattimento, ambulanze o sirene di camion dei pompieri e suoni di esplosioni se un missile colpisce qualcosa o se i sistemi di difesa aerea entrano in funzione”.
Sergey Kontorchik è come qualsiasi altro giornalista di tennis nel mondo. Segue religiosamente lo sport per tenersi aggiornato sugli ultimi sviluppi. L’ucraino è il fondatore del sito web Великий теніс України o come è comunemente noto in inglese BTU. Nel 2012 ha deciso di creare una pagina Facebook per promuovere il tennis nel suo paese. Tre anni dopo è stato lanciato un sito web e l’anno scorso ha ricevuto per la prima volta più di un milione di visitatori.
“Sono stato ispirato dal tennis e avevo anche il desiderio di essere più vicino al mondo del tennis e forse di attirare più ucraini nello sport che amo”, racconta a UbiTennis.
“All’inizio il sito web era piuttosto piccolo, perché non avevo sponsor e nessun collaboratore e pagavo tutto di tasca mia“.
“Ho iniziato a comunicare di più con i nostri giocatori. Ogni volta che ce n’era la possibilità ho provato a visitare le partite della nazionale in Coppa Davis/Billie Jean King Cup e altri tornei, scattare foto e parlare con i giocatori per approfondire la storia del tennis ucraino. Dal 2015 altre due persone, entusiaste quanto me, si sono unite a BTU. Sono molto fortunato di avere questo team, perché senza di loro non sarebbe possibile portare avanti questo progetto così attivamente”.
È difficile trovare un difetto nell’impegno di Kontorcvhik mentre si occupa degli ultimi sviluppi agli Open di Francia dalla sua terra natale colpita dalla guerra. L’Ucraina è impegnata in un conflitto militare con la Russia dal 24 febbraio dopo che è stata intrapresa una cosiddetta “operazione speciale”. Dal 24 maggio l’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha potuto verificare che 3.942 civili sono stati uccisi e altri 4.591 feriti. Anche se si teme che il bilancio sia significativamente più alto e il conteggio non tenga conto delle morti dei militari coinvolti.
Kontorchik vive a Dnipro, una città situata al centro della regione di Dnipropetrovsk che confina con Donetsk, una delle due aree controllate dai separatisti sostenuti da Mosca e si chiama Repubblica Popolare di Donetsk. Secondo il diritto internazionale la regione fa parte dell’Ucraina ma la Russia la riconosce come nazione indipendente. È una delle aree [di interesse russo] che ha fatto sì che la guerra iniziasse.
“Mi sono svegliato alle 6 del mattino a causa dei terribili e rumorosi schianti: il nostro aeroporto è stato colpito da diversi missili. Ho controllato il mio telefono e ho visto dozzine di messaggi su Putin che ha avviato una guerra e inviato truppe russe che sono entrate nel nostro paese da più direzioni e che Kiev e il nord dell’Ucraina sono stati attaccati dalla parte della Bielorussia. È stato terrificante“, ha detto Kontorchik nel momento in cui ha scoperto che la guerra era iniziata.
“Dnipro è sempre stata vicina alla prima linea nel sud-est dell’Ucraina. È diventata un fulcro per gli sforzi sia umanitari che militari. Dnipro è diventata un luogo in cui i feriti arrivano dal fronte e gli sfollati vengono per sfuggire dalla guerra. Lo stesso sta accadendo ora, solo su scala molto più ampia”. Ha aggiunto.
UbiTennis è il primo media ad offrire a Kontorchik una piattaforma per parlare delle sue esperienze come giornalista di tennis che vive in una zona di guerra. A causa delle barriere linguistiche, abbiamo interagito tramite un traduttore per ottenere informazioni accurate.
In un certo senso il tennis ha creato un piccolo senso di evasione per gli scrittori di BTU e il loro proprietario. Hanno partecipato a vari eventi di raccolta fondi per aiutare a sostenere le persone colpite dalla guerra. Uno dei loro lettori con sede in Italia ha inviato loro “diversi pallet” di medicinali.
“Ti permette di allontanarti per un attimo da questo orrore che gira dappertutto e che ti ruba un sacco di energie. Non è rilassante. Sì, il tennis è una distrazione e ti ricorda che la vita deve andare avanti, ma è sbagliato vederlo come “ok, ora posso godermi il mio tempo ed essere eccitato a causa del tennis“, spiega Kontorchik.
“Abbiamo scoperto che è davvero difficile guardare le partite di tennis in questo momento. Non riesci a mantenere la concentrazione o il tuo interesse. Ho provato a seguire alcune partite importanti e non sono riuscito a guardarle a lungo. Perdevo l’attenzione rapidamente. Prova a immaginare, sei stato così interessato a qualcosa per tutta la tua vita e la guerra te la rende quasi indifferente. Molti ucraini dicono che è difficile guardare film o leggere libri in questo momento. Come se il loro cervello avesse qualche forma di resistenza. Ma è importante fare qualcosa per non perdere completamente la testa”.
Cercare di promuovere il tennis in un paese colpito da un conflitto è un compito difficile. Secondo un recente rapporto, si dice che le forze russe abbiano distrutto in Ucraina almeno 130 strutture scolastiche e danneggiato altre 1500. Inevitabilmente questo avrà anche un impatto sull’accesso agli impianti sportivi. Quanto a BTU, hanno perso tutti i loro guadagni dalla pubblicità. Ora si affidano alle donazioni dei lettori per sopravvivere.
Sin dall’inizio del conflitto, BTU ha sentito il bisogno di dare voce a coloro che nello sport potrebbero non essere in grado di parlare con i media internazionali. Un esempio è quello di Viacheslav Bielinskyi. Un diciottenne che lo scorso dicembre ha raggiunto la quinta posizione nella classifica [mondiale] juniores, dice che i giocatori russi hanno parlato con lui della loro opposizione alla guerra, ma hanno paura di farlo pubblicamente. Quelle conversazioni sono avvenute tra giocatori che giocavano nel circuito ITF.
“Siamo stati in contatto con i nostri tennisti dal primo giorno di guerra”, ha risposto Kontorchik quando gli è stato chiesto del suo legame con le stelle del tennis del suo paese.
“In questo momento cerchiamo anche di raccogliere le loro storie sull’affrontare una nuova realtà, magari per parlare con chi non ha avuto la possibilità di comunicare con i media internazionali e vuole condividere con noi la propria storia. C’è chi vuole condividere e c’è chi vuole andare avanti e magari lasciare qualche episodio dell’orrore nel passato“.
Sembra assurdo che nel 2022 alcune di queste interviste siano state realizzate mentre i tennisti si nascondevano nei rifugi antiaerei. Coloro che sono riusciti a sfuggire al conflitto continuano a esprimere la loro posizione in campo. Elina Svitolina ha già parlato dell’impatto mentale della guerra e ha raccolto fondi per la sua patria. Dayana Yastremska ha donato il premio in denaro vinto con il titolo dell’Open di Lione. Nel frattempo, gli ex giocatori Alexandr Dolgopolov e Sergiy Stakhovsky si sono uniti alle forze armate del loro Paese.
Per quanto riguarda i giocatori russi e bielorussi, alcuni hanno espresso messaggi contro la guerra, ma nessuno si è spinto a tal punto da criticare il proprio governo. Il motivo principale è probabilmente legato alle severe leggi del loro Paese, che potenzialmente puniscono chi critica il conflitto. Per questo motivo Wimbledon ha deciso di non mettere in atto un documento che preveda una dichiarazione che i giocatori dovrebbero firmare, nella quale si condanna il proprio governo per poter prendere parte al torneo.
Tuttavia, questa argomentazione colpisce particolarmente Kontorchik, che sottolinea come la Russia abbia annesso la Crimea nel 2014, ma le leggi contro la guerra in Russia siano state pubblicate solo nel marzo 2022.
“C’è stata una reazione molto limitata da parte della famosa popolazione russa o bielorussa in generale. Anche da parte di coloro che trascorrono la maggior parte del loro tempo all’estero, anche da parte di coloro che vivono lì con le loro famiglie. Molti hanno provato a parlare solo dopo che le sanzioni hanno iniziato a impedire loro di condurre il loro solito stile di vita lussuoso“, afferma.
“Per i giocatori ucraini è come un doppio fallo: il primo “out” è che non si ottiene la risposta che ci si aspetterebbe dagli amici o dai colleghi; il secondo “out” è che si ha l’impressione che l’intera comunità degli appassionati di tennis, dei media e delle autorità non capisca affatto il tuo punto di vista. Se questi ragazzi rimangono in silenzio, i giocatori ucraini continuano ovviamente a chiedersi cosa possano pensare: forse sostengono Putin, forse pensano che sia tutta colpa dell’Ucraina, forse non riescono a vedere la differenza tra il bene e il male. È assurdo. È già davvero difficile continuare a giocare e cercare di costruire la propria carriera soltanto considerando questi fattori, senza parlare del fatto di non avere una casa”.
Il conflitto ha scatenato l’azione del mondo sportivo, ma anche nel tennis è un argomento che divide. L’ATP, la WTA e l’ITF hanno sospeso i giocatori russi e bielorussi dal giocare sotto la loro bandiera, oltre a escludere le loro federazioni nazionali dagli eventi a squadre. Wimbledon ha fatto un ulteriore passo avanti, vietando loro di giocare e facendo arrabbiare gli altri organi di governo dello sport. Il risultato è che il Grande Slam di quest’anno si svolgerà senza l’assegnazione di punti di classifica per la prima volta da quando il sistema di classifica è stato introdotto quasi 50 anni fa.
“Questo divieto è stato un segno inaspettato, ma importante, di sostegno all’Ucraina, anche se alcuni continuano a ricordarci che lo hanno fatto solo per l’immagine pubblica“, ha commentato Kontorchik. “Tuttavia è stato anche un messaggio per gli altri grandi tornei. Wimbledon è il più grande evento tennistico della storia, le persone al di fuori del tennis lo conoscono e lo seguono. Il tennis, come qualsiasi altro sport, è un importante strumento di propaganda per i russi, che stanno sfruttando al massimo il loro successo sportivo”.
“Se guardiamo la questione dal punto di vista della dirigenza del tennis, sembra incomprensibile che stiano seriamente spingendo per togliere i punti a tutti. Con il pretesto di proteggere i diritti di tutti i tennisti, in sostanza tutti saranno puniti, e nessuno avrà l’opportunità di guadagnare punti a Wimbledon. Questa sarebbe la cosiddetta tutela dei diritti?”.
Date le ripercussioni legate a Wimbledon, è probabile che gli altri tornei non seguano lo stesso precedente, a meno che non siano costretti a farlo.
Il tutto fa sorgere la domanda: cos’altro si potrebbe fare? Kontorchik rende omaggio a coloro che hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi, tra cui la numero 1 del mondo Iga Swiatek, che ha parlato più volte della guerra. Andy Murray e Roger Federer sono tra i giocatori che hanno fatto donazioni per gli sforzi umanitari. La Federazione svizzera di tennis ha ospitato giocatori ucraini. Infine, l’ex campionessa degli Open di Francia Francesca Schiavone ha organizzato un evento di beneficenza a favore della fondazione di Svitolina.
D’altro canto, c’è anche un certo grado di delusione. Quando è emerso il timore che Peng Shuai potesse essere sottoposta a censura da parte delle autorità cinesi, la WTA ha reagito in modo rapido e deciso sospendendo tutti i suoi eventi in Cina, causando perdite di milioni di dollari.
“Le azioni del mondo del tennis, dei top player, del management, sono state estremamente deludenti in generale. Molti ucraini hanno lasciato commenti, stanno perdendo o hanno già perso il desiderio di seguire questo sport se questa ne è la reazione sincera”, ritiene Kontorchik.
“La guerra in Ucraina è uno slogan “No war” o “Stand for peace” (usato nello sport) – ma siamo onesti – come può qualcuno, qualsiasi persona sana di mente, essere a favore della guerra e contro la pace in generale?”.
Il racconto di Kontorcvhik su cosa significhi vivere in Ucraina in questo periodo rimette davvero tutto in prospettiva. Come milioni di suoi compatrioti, è inevitabilmente colpito dalla guerra. Eppure, continua a dedicare il suo tempo al tennis. Anche se nessuno sa per quanto tempo, visto che si trova in un Paese dal futuro incerto.
“Siamo chiari: il futuro del tennis in Ucraina è molto, molto incerto. A nessuno interesserà il tennis, quando la gente in Ucraina non avrà dove vivere e cosa mangiare. Le Nazioni Unite dicono che una guerra prolungata porterà 9 ucraini su 10 a vivere in condizioni di povertà o quasi. Il 50% delle aziende ha già chiuso, l’altro 50% sta lottando in questo momento. Il nostro nuovo e moderno centro di tennis è stato distrutto, i campi non sono in buone condizioni tali da permettere i giocatori di allenarsi. È solo la punta dell’iceberg”, conclude.
Traduzione di Alice Nagni e Massimo Volpati
La doppista Tara Moore sospesa per doping
ATP Stoccarda, Berrettini: “Non davo per scontato che mi sarei sentito così bene al primo match dopo l’operazione”
La n. 1 italiana Trevisan insignita del titolo onorifico per la partita di calcio fiorentino
C’era anche un po’ di tennis nella semifinale del campionato di calcio fiorentino che si è svolta venerdì sera in Piazza Santa Croce a Firenze tra gli Azzurri di Santa Croce e i Bianchi di Santo Spirito.
A presenziare la partita in qualità di “Leggiadra Madonna” c’è la nuova n. 1 italiana e semifinalista al Roland Garros Martina Trevisan, fiorentina DOC e quindi insignita di questo ruolo per questa importante partita. La Leggiadra Madonna o il Magnifico Messere sono titoli onorifici che vengono assegnati a personalità famose che hanno un legame particolare con la città di Firenze. Il Magnifico Messere della partita è stato Giancarlo De Sisti, indimenticato allenatore della Fiorentina all’inizio degli Anni ’80, mentre nel match del giorno seguente sarà nientemeno che Gabriel Omar Batistuta, calciatore argentino che ha militato 10 anni nella Fiorentina nel corso degli anni ’90 segnando ben 168 gol.
Kudermetova pareggia i conti negli scontri diretti contro Belinda Bencic. Aryna Sabalenka chiude solo al quinto match point, vendicandosi del ko del 2018 contro Van Utytvanck
Cade a sorpresa al Libéma Open, seppur si tratti di uno stupore relativo, la seconda forza del tabellone Belinda Bencic. La numero 17 del mondo, nella cornice di Bosco Ducale, si è arresa alla russa Veronika Kudermetova per 6-4 6-2. Un incontro dall’esito abbastanza a senso unico e dall’andamento unilaterale in direzione della 25enne di Kazan. La tennista svizzera, oro olimpico nell’ultima edizione dei Giochi di Tokyo, ha rischiato di cedere il servizio già nel terzo game dove è stata costretta ad annullare la prima palla break del match; per poi comunque capitolare sul 4-4 quando ne ha concesse altre due. La n. 24 WTA non ha tremato e vincendo il terzo gioco ai vantaggi, dei quattro andati ad oltranza nel set inaugurale, si è portata avanti di una frazione. Anche nella seconda partita la n. 6 del seeding ha dimostrato la propria superiorità nei momenti cruciali della sfida; nella quale ha fatto suoi entrambi i game del set andati vantaggi – per di più tutti e due suoi turni di servizio – portando così il computo totale dei giochi che si decidono dal 40-40 dalla sua con un perentorio 5 su 6.
La giocatrice senza bandiera, finalista in doppio nell’ultima edizione dei Championship in coppia con la connazionale Elena Vesnina; è salita velocemente 2-0, trovando immediatamente il break in apertura di secondo set e allungando poco dopo sul 3-1. Ha replicato nel settimo game, brekkando per la terza volta nel match e chiudendo difatti la sfida. E’ un risultato che non sorprende più di tanto, sia perché Veronika Kudermetova veniva da un ottimo Roland Garros dove si era fermata soltanto di fronte a Daria Kasatkina; e sia perché negli scontri diretti il bilancio era di pochissimo favorevole alla rossocrociata. Si sono infatti affrontate, prima di oggi, 7 sette volte (4-3 per Belinda) e curiosamente il primo match tra le due giocatrici era andato in scena proprio in questo torneo – 6-3 al terzo sempre per Kudermetova.
Il tabellone completo del WTA 250 di ‘s-Hertogenbosh
Non ha tradito le attese, invece, colei che guida il tabellone della località situata nel Brabante settentrionale: Aryna Sabalenka. La n. 6 del mondo l’ha spuntata dopo poco più di due ore di lotta sulla belga Alison Van Utytvanck con il punteggio di 6-3 3-6 7-6(5). La 24enne di Minsk poteva anche perdere in due parziali, se solo la n. 46 WTA avesse concretizzato le due occasioni di break avute a freddo e non avesse successivamente sprecato malamente un vantaggio di 3-1. L’ex n. 2 del mondo è poi riuscita a rimettere in gareggiata la frazione a metà set ed infine ha piazzare la zampata conclusiva due game più tardi (nell’ottavo). A differenza del set d’apertura, ad inizio secondo questa volta la 28enne di Vilvoorde non si è fatta sfuggire l’opportunità d’involarsi rapidamente nel punteggio. Il 3-1, stavolta, non è rimasto fine a se stesso; ma si evoluto sino al mantenimento dell’ultimo turno si servizio nel nono game; che ha decretato il 6-3 di risposta rimandando il verdetto finale al terzo e decisivo parziale.
Dopo le tante chance di break da ambo i lati, il set finale è filato via senza alcun tentennamento per chi serviva, se si esclude il quarto gioco deciso ai vantaggi sul servizio della tennista che condivide la patria con il noto ispettore – nato dalla penna di Agatha Christie – Hercule Poirot, fino al 6-6. Qui i due match point mancati dalla bielorussa potevano indirizzare inesorabilmente il tie-break, se si fossero insabbiati nella testolina di Aryna. Invece l’amazzone di un metro e 82 centimetri, ha reciso qualsiasi legame con la memoria a medio termine e d forza s’inerpica sul 6-2 nel deciding game. Quando oramai sembrava cosa fatta, i meandri dei ricordi relativi a punti partita sono tornati prepotentemente a far sentire il loro peso emotivo. Sono volati via ben 3 match ball, prima che sul 6-5 Sabalenka chiudesse senza più fronzoli alla sesta opportunità. Questo era il terzo H2H tra le due protagoniste del secondo incontro del programma: 1-1, curiosamente il primo andato in scena sull’erba di Maiorca era stato vinto dalla belga; mentre Aryna un anno dopo nel 2019 aveva pareggiato i conti. La due volte semifinalista Slam prosegue dunque la propria ricorsa a caccia della seconda finale erbivora della carriera, dopo Eastbourne 2018; quando perse da Caroline Wozniaki.
Il tabellone completo del WTA 250 di ‘s-Hertogenbosh
Andy Murray torna in semifinale su erba dopo Wimbledon 2016. Tsitsipas pur servendo alla grande, si spegne emotivamente nel secondo set. Kyrgios approfitta del ritiro di Fucsovics
A. Murray b. [1] S. Tsitsipas 7-6(4) 6-3
Andy Murray è tornato. Potrebbe essere questa la grande novità in vista di Wimbledon. L’attuale n. 68 del mondo, – ma già n. 53 nella classifica live, con 15 posizioni guadagnate grazie a questa affermazione – superando per 7-6(4) 6-3 Stefanos Tsitsipas in un’ora e quaranta di gioco, ritrova una vittoria contro un top 5 che mancava da ben 5 anni e mezzo. L’ultimo volta che lo scozzese aveva ottenuto un tale traguardo era stata nel novembre 2016 quando sconfisse alla O2 Arena di Londra, nella finale delle ATP Finals, Novak Djokovic. Inoltre sempre grazie a questo successo, l’ex n. 1 del ranking si qualifica nuovamente per una semifinale sui prati; anche questa mancava dal 2016: penultimo atto dei Championship, dove avrebbe vinto con triplo 6-3 su Thomas Berdych. Uno scontro, che soprattutto nel set inaugurale, ha mostrato chiari tratti tipici delle partite su erba; con entrambi i protagonisti in grandissimo spolvero con il fondamentale d’inizio gioco. Il 23enne ateniese ha avuto nella prima parte della sfida un atteggiamento sicuramente più offensivo, al contrario di un Andy molto più accorto.
Nel tie-break, però, il quattro volte campione Slam ha invertito totalmente la propria attitudine, implementando in maniera significativa le discese a rete. Certamente questo cambio repentino del britannico è stato notevolmente favorito dalle modalità con cui il n. 3 di Gran Bretagna ha cancellato il set point offerto all’avversario nel dodicesimo game. Murray rinfrancato dal set vinto, ha innalzato ulteriormente il proprio livello di tennis, e non si è concesso alcuna distrazione. Ha messo sul campo una solidità paurosa, quella dei giorni migliori, e sul finire di partita ha sigillato questa meravigliosa prestazione con i simboli indiscussi del suo gioco: i passanti bimani, incrociati e lungolinea, da brividi; che hanno ricordato seppur in situazioni diverse quelli del suo collega terraiolo dei Big 4, ammirati a Parigi. Evidenziamo però che a livello di costanza è stato il dritto dello scozzese, il vero asso nella manica, a fare realmente la differenza, più che il meraviglioso bimane. I detrattori dell’immarcescibile uomo con l’anca d’acciaio, potrebbero sottolineare per spegnere l’entusiasmo, il rapporto non idilliaco di Tsitsi con i prati. Verissimo, ma quando quest’ultimo si porta casa il 90% di punti con la prima, scaglia 8 ace e cancella il 75% delle palle break; probabilmente sono più i meriti dell’avversario. Il quale con il passare dei minuti ha trovato la chiave di volta per mettere fuori uso il servizio ellenico, e che pur trasformando l’82% delle prime con anche 5 ace, ha dovuto alzare il baricentro della posizione in campo proprio per via di troppe seconde. Unica tirata di orecchie, veramente sensata nei confronti dell’ex n. 3: il basso profilo emotivo e di mancata reazione agonistica dopo aver subito il break nel secondo. Il giocatore di su maestà si vendica, dunque, dell’unico precedente, molto evocativo e chiacchierato: primo turno battagliero dello Us Open 2021 durato la bellezza di 4 ore e 44, con la rimonta di Stefanos da due set sotto; ma soprattutto passato alla storia per i controversi toilet-break del n. 5.
Ora per Andy Murray in semifinale ci sarà Nick Kyrgios, che ha approfittato del ritiro di Marton Fucsovics. Kyrgios era comunque avanti 7-6(3) 3-0 quando l’ungherese è stato costretto ad alzare bandiera bianca; ancora non chiari i motivi del ritiro.
IL MATCH – Al primo cambio di campo, la situazione di equilibrio è invariata: 2-1 per Tsitsipas. Il greco non ha concesso neanche un quindici in battuta, vincendo 8 punti su 8 con la prima di servizio, mentre lo scozzese ha faticato tenendo il proprio turno con il fondamentale d’inizio gioco a 30 a causa di qualche seconda di troppo. Da un punto di vista tattico, la sfida è molto chiara: il n. 5 superiore sulla diagonale destra, il due volte medaglia d’oro alle Olimpiadi sicuramente invece favorito sulla direttrice di rovescio dove Sir Andy con il suo bimane può decisamente fare la differenza contro l’ampia apertura da quel lato dell’airone greco, che specialmente su questa superficie può diventare un problema piuttosto serio. L’incontro ha un ritmo frenetico, decisamente old style. Sembra essere ritornati attraverso una macchina del tempo, sull’erba di un tempo; quella vera dello scorso secolo dove la zona del campo spelacchiata non era la mattonella del servizio bensì quella dinnanzi alla rete, a suon di tuffi pazzoidi.
A metà parziale, sul 3-3 – al quale si è giunti in meno di 20 minuiti – all’improvviso si materializza la prima chance di break della partita. Tsitsi in questa prima parte dello scontro continua ad insistere incessantemente nell’utilizzo del back di rovescio per darsi la possibilità nel colpo successivo di girare attorno alla palla e scaraventare il suo possente diritto. Però quando l’ex n. 1 riesce a tenere il suo avversario lì fermo sulla diagonale sinistra per qualche colpo in più; ecco che il 23enne ateniese è costretto, sulla maggiore profondità delle esecuzioni del quattro volte vincitore Major, a provare ad uscire dallo scambio con il lungolinea che però come detto fa fatica a preparare. Stefanos si rivela però implacabile, due prime di quelle serie e siamo 4-3. Con l’andare avanti della partita, il britannico aumenta il tenore della propria aggressività a differenza del finalista del Roland Garros 2021, che invece fin dall’inizio del match ha attaccato in avanti appena ha potuto con anche delle pregevoli soluzioni di volo. Si arriva al momento clou, 5-4 Grecia e l’allievo di Ivan Lendl al servizio per prolungare il set. Come era accaduto nel suo primo turno di in battuta, la prima si smarrisce e allora il 35enne di Glasgow non può che soffrire la profondità della risposta del n. 1 del tabellone. Ma alla fine ai vantaggi, ritorna d’incanto il primo servizio, e senza concedere opportunità si porta casa il game.
Da sottolineare il super rendimento con il servizio di Tsitsipas, che quando brilla così porta tanti benefici anche al drittone, quest’ultimo libero di frullare alla massima potenza. E se si considera che dall’altra parte c’è “semplicemente” uno dei migliori ribattitori di tutti i tempi, beh si può assolutamente affermare che, quando viaggia, il servizio del greco è tra i più efficaci del circuito. Ci risiamo, ma il n. 68 del mondo resiste ancora. Sul 5-6 va sotto 0-30, ma un leone come lui di certo non molla: serve&volley di seconda e parata da cineteca. Stefanos si costruisce comunque il set point, qui autentico miracolo balistico in contro-balzo con il solo ausilio del polso del 35enne. L’ex n. 3 si rivolge al giudice di sedia dicendo che secondo lui il recupero di Andy è out, ma con okay-live sono proteste totalmente futili. Livello d’intensità fisica e mentale molto alto, ma d’altra parte sono due stupefacenti atleti, dunque non c’è da stupirsi. Allora tie-break sia, ebbene il perenne equilibrio viene spezzato da un altro protagonista, inatteso: il nastro che nel settimo punto beffa il greco su una risposta arpionata in allungo del due volte campione a Church Road. Il tennista di sua maestà è chirurgico e grazie anche al quarto ace mette a referto il primo parziale dopo 59 minuti.
Premiata l’attitudine più offensiva nel gioco decisivo di Murray che, forse costretto a cambiare rispetto all’inizio del parziale inaugurale anche per via delle innumerevoli seconde con cui ha dovuto fare i conti, ha dimostrato ancora una volta la sua sconfinata capacità di volleatore. Proprio in relazione a questo, il n. 1 del seeding dovrebbe chiedersi se conviene insistere sullo schema palla corta lob, che ha pagato solo in minima parte in dividenti visto che va ad incocciare contro la forza organica e la copertura della rete del fratello minore di Jamie. Tsitsi si trova ad un passo dal burrone, (15-30, 0-1) ma si rialza e grida al vento della foresta nera per caricarsi, situazione che fa da eco al come on di Andy sul set point annullato. Anche il n. 68 deve rimontare dal 15-30, poi le operazioni si velocizzano nuovamente. Si sta materializzando una sfida vintage; e lo è anche per la prestazione di Andy. Lo scozzese concentra tutto nel quinto game, è una roccia inscalfibile riprende qualsiasi palla. Una difesa eroica che si trasforma in puntuali contro-attacchi sulle righe; ma soprattutto apre e chiude il gioco dello strappo con il suo marchio di fabbrica: il passante bimane. Il secondo in particolare ricorda quelli che un altro dei Big 4 esegue sulla terra. Il gladiatore di Glasgow boccheggi dopo le fatiche del game precedente, rischia di compromettere il vantaggio. Ma in qualche modo si salva (5-2), i let’s go abbondano. Lo spettacolo non cessa, anzi Sir Andy rilancia: nel primo punto dell’ottavo gioco ancora passantino irreale da sinistra questa il parallelo. Dall’altra parte Stefanos è in confusione, inzia a tirare le seconde come Kyrgios e inoltre oramai l’ex n.1 ha sciolto l’enigma del servizio altrui. Le risposte entrano alla grande, ma Tsitsi che sembrava del tutto spento emotivamente ritrova la prima e cancella due match ball. Ma sul 5-3 il dritto, oggi sicuramente in versione deluxe, trafigge definitivamente l’ellenico al terzo tentativo.
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