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Nelle continue emergenze legate agli incendi boschivi che colpiscono il nostro Paese, un ruolo fondamentale è svolto dai volontari di protezione civile che, con professionalità altamente specializzate, contribuiscono alle attività di spegnimento insieme alle istituzioni. Abbiamo chiesto a Christian Rossi, presidente del Nucleo Operativo Volontari di Protezione Civile di Tagliacozzo (Aq) e rappresentante territoriale del Comitato Nazionale del volontariato di protezione civile, quali compiti sono svolti dai volontari nelle campagne Anti Incendio Boschivo (AIB). “Con la Sala Operativa Unificata Permanente SOUP dell’Agenzia Regionale di PC Abruzzo – ci spiega Rossi – pianifichiamo settimanalmente i turni di monitoraggio del territorio, cosiddetta vedetta, o di pronta partenza”. Prima dell'emergenza Quando non ci sono emergenze in corso l’attività dei volontari è, appunto, di monitoraggio del territorio, manutenzione dei mezzi e delle attrezzature. “La formazione è un’altra attività che svolgiamo in maniera continua – sottolinea il presidente – in quanto è fondamentale che i nostri operatori conoscano al meglio le tecniche di spegnimento e l’uso delle relative attrezzature. Per la formazione di base seguiamo i corsi organizzati secondo il programma regionale, mentre a volte facciamo formazione interna su attrezzature che acquisiamo autonomamente”. L'attivazione dei volontari Il momento della chiamata da parte della SOUP fa scattare la procedura di intervento e le squadre operative in servizio si portano sul posto. A seconda del tipo di evento, piccoli roghi, ripulitura della sterpaglia o incendi complessi, i volontari si mobilitano per lo spegnimento attivo, secondo l’esperienza e le attrezzature e, nel caso di incendi complessi, sotto il coordinamento dei Vigili del Fuoco e dei Funzionari della Regione. “Giunti sul luogo dell’evento ci mettiamo a disposizione del DOS (Direttore delle Operazioni di Spegnimento) che gestisce l’invio delle forze aeree, lo spostamento dei mezzi e la dislocazione delle risorse umane, che trovano nella componente volontaria quella più numerosa”. Sul luogo dell'incendio Lo spegnimento attivo si realizza mediante l’utilizzo di autobotti, moduli antincendio, attrezzature manuali come soffiatori nebulizzatori, pale, flabelli e a volte anche le frasche. Le squadre di volontari sono indirizzate nella porzione di territorio colpito da incendio da parte del DOS e, una volta sul posto, utilizzano le attrezzature e le tecniche che ritengono adeguate al momento. “La scelta migliore è frutto dell’esperienza maturata negli anni. Noi siamo attivi dal 1995, quando la Regione Abruzzo ancora organizzava il servizio specifico, e questo ci ha consentito di sviluppare competenza e crescere nella dotazione di mezzi e attrezzature. Al momento disponiamo di due autobotti da duemila litri di cui uno su Unimog regionale e uno su Daily polivalente, un mezzo cingolato ELFO, un mezzo otto ruote anfibio e cingolato, un motocarrello otto ruote motrici con modulo AIB, tre pickup con moduli AIB, due vasche da diciottomila e da cinquemila litri, oltre a tutte le attrezzature a mano”. La bonifica dei luoghi “La fase di bonifica è, a mio parere, la più delicata – continua Rossi – perché una volta che non c’è più la fiamma, mettere in sicurezza tutta l’area permette di evitare la ripresa degli incendi boschivi e richiede molto lavoro fisico”. In questa fase i volontari utilizzano, infatti, zappe, rastri e a volte si scava anche a mani nude per creare “sacche di contenimento”, soprattutto nei boschi di conifere per evitare che le pigne incendiate possano rotolare a valle e attivare nuove accensioni, o per realizzare gli “stacchi” tra la vegetazione bruciata e quella non bruciata, cioè delle linee tagliafuoco a mano. “La bonifica è possibile realizzarla anche, come stiamo facendo in questo periodo a Molina Aterno (località colpita da incendio boschivo da circa 10 giorni), facendo delle linee forestali, ponendo delle vasche in quota rifornite dall’elicottero e facendo partire delle diramazioni di circa seicento metri che scendono a valle nel tentativo di raffreddare il terreno direttamente con l’acqua. È una soluzione estrema, perché richiede un grande sforzo agli operatori sia per posizione il materiale, sia per il successivo recupero dello stesso”. Un impegno senza sosta I volontari di Tagliacozzo, ma in generale tutte le realtà impegnate nelle campagne di prevenzione e di lotta attiva agli incendi boschivi, si impegnano per migliorare la propria preparazione, per crescere in termini di attrezzature e mezzi e, soprattutto, per destinare gran parte del proprio tempo libero in estate per far sì che il flagello degli incendi nei nostri boschi sia quanto più possibile contenuto e faccia il minor danno possibile. In questa direzione, come riscontrato dalle parole di Christian Rossi, la dotazione tecnologica e la formazione continua, permettono di mettere in pratica soluzioni innovative e sempre più funzionali per le finalità dell’AIB. Fabio Ferrante
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