Se uno degli eredi utilizza l’auto del defunto e prende una multa, c’è un modo per fare ricorso?
Le multe non pagate da una persona successivamente deceduta non si trasmettono agli eredi. Questi ultimi non sono cioè responsabili per le le sanzioni amministrative, penali e tributarie inflitte al proprio familiare, anche se ne accettano l’eredità.
Ma cosa succede invece se la violazione del codice della strada viene commessa da uno degli eredi quando il relativo titolare è già defunto? Se questi dovesse prendere l’auto del parente passato a miglior vita e, prima della divisione dell’eredità e del conseguente passaggio di proprietà, dovesse commettere un’infrazione stradale potrebbe fare ricorso? A spiegare se si deve pagare una multa presa con l’auto di una persona morta è stata una recente sentenza della Cassazione [1]. È anche l’occasione per rispondere a una serie di domande che, di solito, sorgono in merito all’utilizzo di un’auto passata in successione. Ma procediamo con ordine.
Come abbiamo appena detto, le multe prese dal defunto, anche se riportate in cartelle esattoriali, e da questi non pagate non cadono in successione. Il che significa che gli eredi non sono tenuti a pagarle. Semmai il Comune o l’Agente per la riscossione dovesse notificare un verbale o una ingiunzione di pagamento per violazioni del codice della strada a un erede questi potrebbe chiedere lo sgravio o presentare opposizione all’atto stesso. Potrebbe farlo con un ricorso in autotutela all’organo accertatore o, in mancanza di risposta, al Prefetto o al Giudice di Pace.
Lo stesso dicasi se gli eredi dovessero ricevere una cartella esattoriale per multe non pagate dal defunto: avrebbero diritto all’annullamento della cartella, da richiedere in autotutela o, al massimo, al giudice di pace entro 30 giorni dalla notifica della cartella medesima.
In linea di massima, una volta che l’auto passa in successione – il che avviene non appena c’è un’accettazione dell’eredità – le eventuali sanzioni ricadono su tutti gli eredi in solido. Si tenga però conto che, anche prima dell’accettazione dell’eredità, chi utilizza il veicolo del defunto ne risponde a livello amministrativo. E questo perché l’utilizzo dell’auto del defunto costituisce una tacita accettazione dell’eredità.
L’erede che si mette dunque al volante non potrà più rinunciare all’eredità neanche se dovesse scoprire, in un momento successivo, che il parente deceduto era sommerso dai debiti.
Diverso è il caso in cui l’erede usava l’auto già prima che il titolare morisse (si pensi al padre molto anziano che, pur intestatario della macchina, si faceva trasportare dalla figlia convivente). In questo caso, il chiamato all’eredità è tenuto a fare l’inventario dei beni in suo possesso nei 3 mesi successivi al decesso e, nei 40 giorni dopo, deve dichiarare se intende accettare l’eredità, rinunciarvi o accettarla con beneficio di inventario. Se non lo fa, egli si considera erede puro e semplice.
Chi quindi non ha intenzione di accettare l’eredità farà bene a lasciare l’auto parcheggiata. Ma con l’assicurazione pagata. E questo anche se si trova in un cortile condominiale. In caso contrario, tutti coloro che avranno nel frattempo accettato l’eredità – in modo esplicito o tacito – dovranno pagare una multa (quella per chi circola senza polizza rc-auto) da 849 a 3.396 euro. In più ci sarà il sequestro del mezzo.
Tutte le multe prese dall’erede che abbia utilizzato l’auto del defunto devono essere notificate:
Come anticipato, tutti gli eredi sono responsabili in solido per l’infrazione commessa da uno di essi, fermo restando che bisognerà fornire i dati dell’effettivo conducente affinché solo a questi siano detratti i punti dalla patente.
Come abbiamo appena detto, è nulla e può essere contestata la multa stradale stradale per la violazione commessa da un erede, ma notificata all’intestatario del veicolo personalmente, deceduto prima dell’infrazione stessa. La comunicazione, infatti, deve essere indirizzata agli eredi impersonalmente, in qualità di nuovi proprietari della vettura e quindi responsabili degli illeciti amministrativi.
Diverso sarebbe il caso della multa commessa sì da un dell’intestatario (ad esempio dal figlio) ma quando questi è ancora vivo: in tal caso la legge impone la notifica presso la residenza del proprietario e a quest’ultimo in prima persona, che poi dovrà fornire alla polizia i dati dell’effettivo conducente.
Dunque, per le violazioni commesse da uno degli eredi dopo il decesso del proprietario la notifica della multa va fatta all’ultimo luogo di residenza di quest’ultimo e a tutti gli eredi impersonalmente. Tutti gli eredi devono ritenersi responsabili in solido per le relative sanzioni, quali effettivi proprietari del veicolo a titolo ereditario.
Come chiarito dalla Cassazione, non è valida la notifica indirizzata a un soggetto già deceduto, per l’evidente ragione che non sarebbe in nessun caso possibile ipotizzare una qualsiasi forma di conoscenza dell’atto da parte del destinatario. Inoltre laddove proprietario di un veicolo con il quale sono state commesse infrazioni al codice della strada risulti, secondo le emergenze del Pra, un soggetto già deceduto anteriormente alla data di commissione delle infrazioni, la notifica dei relativi verbali di accertamento va effettuata ai suoi eredi, quali proprietari del veicolo e, quindi, responsabili, al momento degli illeciti amministrativi e non può certo effettuarsi direttamente al soggetto già deceduto solo in quanto intestatario formale della vettura.
Ricordiamo, ad ogni buon fine, che non si può circolare con l’auto intestata al defunto se prima non si è provveduto a effettuare il passaggio di proprietà al PRA e quindi ad aggiornare la carta di circolazione. Difatti, chiunque circoli con un veicolo per il quale non è stato richiesto l’aggiornamento o il rinnovo della carta di circolazione e del certificato di proprietà, viene sanzionato con una multa da 356 a 1.776 euro.
Per il passaggio di proprietà è necessario recarsi al PRA per la trascrizione entro 60 giorni dall’accettazione dell’eredità. Se l’erede non accetta l’eredità, infatti, non può acquistare alcun bene del defunto né dunque utilizzarlo.
Auto intestata a defunto: cosa fare?
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