Il portavoce del Touring Club Svizzero (TCS) riassume subito la situazione: “Attualmente le infrastrutture stradali in Svizzera sono finanziate dalle tasse sui carburanti. Con l’aumento dei veicoli elettrici in Svizzera, l’attuale sistema rischia di non generare più fondi sufficienti per finanziare queste infrastrutture. » E per una buona ragione: le auto elettriche sfuggono a determinate tasse destinate al Fondo nazionale per le strade. Di fronte a questa situazione, Berna dovrà trovare molto rapidamente soluzioni per conciliare la qualità delle infrastrutture e finanziamenti più in linea con le sue esigenze. “ Il Consiglio federale ha chiesto all’Ufficio federale delle finanze e all’Ufficio federale dei trasporti di presentare una proposta di revisione dell’attuale sistema di finanziamento. Questi ultimi hanno incaricato società di consulenza di studiare diverse proposte. Entro fine anno è prevista una relazione. Il TCS deciderà su queste proposte una volta che saranno note”. specifica il responsabile della comunicazione dell’organizzazione.
Sul versante amministrativo, il silenzio è imposto al Consiglio federale, che nel corso dell’anno dovrà occuparsi di questo fascicolo. L’ipotesi più grave, però, ripresa dalla stampa svizzera, sarebbe quella di far pagare gli automobilisti al chilometro, indipendentemente dal mezzo (benzina, diesel, elettrico). In cambio, la tassa sul carburante e il bollino, la tassa sulle automobili, potrebbero scomparire a favore del nuovo sistema.
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Una soluzione inaccettabile per i proprietari di veicoli elettrici che sostengono che i veicoli “virtuoso” sarebbe posto su un piano di parità con il “inquinatori”. Altri si oppongono anche al costo degli investimenti resi necessari per l’esecuzione di tale misura. I veicoli elettrici perderebbero così il loro vantaggio finanziario. Sono quindi previste molte tempeste dalla parte dei Verdi. Tanto più che il progetto per limitare la velocità in autostrada da 120 a 100 km/h avviato anche dagli ambientalisti e da parte della sinistra non è unanime, anche se secondo calcoli ufficiali farebbe risparmiare. Poco significativo per i suoi oppositori che temono una congestione della rete autostradale, oggi parzialmente saturata.
Altro grattacapo da aspettarsi dalla parte del Consiglio federale: il problema dei terminali elettrici. Poiché la pandemia ha aumentato le vendite di auto elettriche, nel 2021 sono stati registrati 31.800 veicoli elettrici. Secondo il quotidiano “Blick”, i veicoli elettrici rappresentano ormai il 23% delle auto nuove. Ma le infrastrutture di ricarica non stanno al passo con questa crescita. Per ricaricare la batteria, il 90% delle ricariche viene effettuato a casa o al lavoro. Il resto viene fatto su un terminale a pagamento. Per le persone che guidano su lunghe distanze, la mancanza di possibilità di carico rimane problematica e in definitiva dissuasiva. La Svizzera dispone di 7.148 stazioni di ricarica, distribuite su 3.339 siti, il che rimane ampiamente insufficiente per una flotta che raggiunge già diverse decine di migliaia di auto. Di conseguenza, i professionisti si stanno mobilitando e chiedono investimenti urgenti per finanziare l’infrastruttura di un’attività a rapida redditività.
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