Quando stavo sospesa nel vuoto - Cronaca - ilrestodelcarlino.it

2022-03-03 06:46:58 By : Mr. Winter Sun

In quei giorni, ogni suono e rumore erano diventati a me sconosciuti. Comunicavo con loro attraverso gli sguardi, perché ero stata privata anche della mia voce. Ero sospesa nel vuoto. La mia coscienza oscillava tra l’esistenza e un punto di non ritorno; sapevo che nessuno avrebbe dato risposta alle infinite domande accumulate. La percezione che avevo di me stessa, del mio corpo e del mio respiro, non rispecchiava la realtà. Avevo toccato con mano la rassegnazione e in mancanza di razionalità, volevo smettere di essere. Lacrime disperate piovevano sulla sterilità di tutto ciò che mi circondava; e il dolore ricamava cicatrici lungo il petto privo di sensibilità. Avevo varcato il limite della sopportazione: niente e nessuno riusciva a porre fine a queste terribili sensazioni. Avevo una via di fuga: una tremolante scrittura esorcizzava il tempo che lentamente scorreva. Un piccolo quaderno, che ancora conservo, custodisce tutte quelle parole e quelle paure che non riuscivo ad esprimere a causa di scarse energie. Era l’unico modo che avevo per parlare e per ascoltare. Pagine piene di inchiostro distribuito in diverse grafie, appartenenti a coloro che rendevano possibile ogni mio istante. Le riconosco ancora. Dalla più spigolosa al corsivo tondeggiante che mi trasmetteva tranquillità. Quella frettolosa di fine turno e quella minuscola che sembrava custodire un segreto. La mia era in stampatello, sembrava la calligrafia di un bambino in prima elementare; e il fatto che riuscissi a stringere la penna in mano, era un enorme progresso per le mie forze. Infine, c’era la sua scrittura: sottile, elegante ma piena di serietà. Era quella che mi cambiava la giornata e che un giorno mi ha riempita di consapevolezza: "Se tu chiedi la luna, tutti corrono a prendere la scala per arrivarci". Asia D’Arcangelo ...

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